Gaetano Alia

La finezza da grande chef, Gaetano l’ha bevuta nel latte materno: «Ho frequentato la scuola alberghiera ma, soprattutto, ho frequentato la scuola della mamma. Aveva una mano felice, dolcissima e misurata, era un dono di natura, tant’è che ancora oggi molte persone non hanno dimenticato i suoi piatti. Era una donna che non aveva studiato, ma che ave va la cultura del vivere». Da lei ha imparato anche a fare la spesa. «Quando vado al mercato di Castrovillari, la mattina, seguo sempre la regola che mi ha insegnato: prendo i prodotti che più mi piacciono, senza mai chiedere quanto costano».

Osservare una madre talentuosissima ha certo contribuito a rivelargli segreti e procedimenti ma ciò che di importante lei gli ha trasferito geneticamente sono l’istinto e la passione.

È straordinaria, la capacità dello chef cosentino di individuare e inventare gli accostamenti più arditi, di usare cotture gentili che non snaturino la materia prima, di mescolare sapientemente mare e terra. Gli ingredienti sono dosati in modo che mantengano la propria essenza e si distinguano l’uno dall’altro, componendo un’equilibrata sinfonia gusto-olfattiva.

«La mia è una cucina fatta di momenti, di ispirazioni e di sapori».